Gelotologia


La gelotologia (dal greco ghelos, risata) - più comunemente nota come comicoterapia -, è la disciplina che studia ed applica le potenzialità del ridere e delle emozioni positive in funzione di terapia, prevenzione, riabilitazione, formazione.
Essa occupa il territorio di limite tra Scienza ed Arte. Da un lato, infatti, la gelotologia si avvale degli studi della PNEI - PsicoNeuroEndocrinoImmunologia. Si tratta di una nuova branca della medicina che ha sostanziato come le emozioni-attraverso complessi meccanismi neuro-endocrini- influenzino direttamente il sistema immunitario, cioè il garante della nostra salute.
Anche la psicologia, la sociologia e l’antropologia hanno giocato un ruolo importante nello sviluppo della gelotologia.
D’altro canto essa si avvale dell’arte comica, della poesia, della magia, della musica, dell’affabulazione: tutte Arti in grado di attivare la relazione empatica tra chi è in difficoltà (persone ammalate o socialmente svantaggiate) e chi ha intenzione di esercitare la relazione d’aiuto.
L’approccio gelotologico tende infatti a ricercare, sperimentare ed applicare modalità relazionali che, coinvolgendo positivamente l’emotivo della persona, attraverso le strettissime relazioni tra corpo, mente, emozioni e spirito, ne migliorino l’equilibrio immunitario da un lato, e le abilità psico-relazionali dall’altro. Si Incide, così, profondamente, sulle aspettative, sulle motivazioni e sui vissuti dei degenti/utenti e del personale sociosanitario e si è così in grado di migliorare la salute (intesa in senso sociale e sanitario) delle persone, l’efficienza complessiva della strutture (di cura, riabilitazione e sociali in generale) ed umanizzare la comunità di riferimento.
Secondo la gelotologia è la stessa Comunità, che, una volta attivata positivamente da elementi estetici, spirituali, energetici è in grado di essere terapeutica.
Il termine gelotologia è da poco stato accettato come neologismo della lingua italiana ed una voce è stata inserita nel dizionario “Il grande Italiano" di Aldo Gabrielli.

La gelotologia vanta, in Italia, una puntuale metodologia applicativa. E’ il metodo “Comicità è Salute”, applicato da Sonia Fioravanti e Leonardo Spina fin dal 1990 ed esplicitato per la prima volta nel 1999 nel volume “La Terapia del Ridere”.
Si tratta di un efficace mix di tecniche psicologiche e teatrali, basato su solidi presupposti scientifico-antropologici, concepito a gradini propedeutici, testabile e ripetibile: si sviluppa mediante un laboratorio teorico-pratico. La parte teorica è costituita di elementi di psicofisiologia del ridere ed antropologia del comico. La parte pratica è costituita da tre percorsi; il primo mette in gioco il corpo in esercizi di fiducia, contatto, ascolto empatico, espressività. Il secondo mette in moto la mente, secondo un ragionamento altro, il pensiero laterale, mediante la scrittura umoristica. Il terzo coinvolge il profondo della persona, mediante visualizzazioni guidate alla ricerca della parte gioiosa, fanciulla che ognuno di noi nasconde e/o reprime.

La figura di punta della gelotologia è il Clown Dottore (clown sociosanitario). Si tratta di una nuova figura professionale che riassume in sé le caratteristiche del clown, dell’animatore, dell’attore d’improvvisazione, del burattinaio, dell’affabulatore, del mago, ecc… avendo però strutturato la propria professionalità appositamente per operare in ospedale e contesti sociali difficili.
Di conseguenza nella sua preparazione sono comprese (oltre, naturalmente, alla gelotologia) nozioni di igiene e profilassi ospedaliera, psicologia relazionale, evolutiva e dell’anziano, psicopedagogia, sociologia della marginalità ed interculturale.
Suo compito (derivato dal Clown) è abitare il territorio di limite tra ragione e follia ed altri della stessa natura: come l’ospedale - limite tra salute e malattia, vita e morte; o come i teatri di crisi internazionale (tra pace e guerra); o come i quartieri a rischio o i campi nomadi (i limiti della “civile” metropoli).

Nel contesto ospedaliero, opera per sdrammatizzare le pratiche sanitarie, mutare segno alle emozioni negative, farle esprimere, gestirle e virarle al positivo, verso il sorriso, il coraggio, la speranza, la gioia, il riso...
Parte del suo lavoro, avviene nella camere di degenza; parte dell’opera, ormai stabilmente, viene esplicata affiancando il personale medico durante lo svolgersi delle pratiche cliniche invasive.

Destinataria del suo intervento, in ultima analisi è la Comunità di riferimento. Nell’ambito sociale il Clown Dottore, modula i caposaldi della gelotologia in funzione di integrazione, favorendo l’accoglienza e l’espressione delle diversità, ed agisce come catalizzatore e creatore (o ri-creatore) della Comunità stessa.

 

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